Gli investitori snobbano oro e petrolio. Ecco i motivi

Le due principali commodities oro e petrolio non godono di buona salute ultimamente.

Il petrolio accusa i segnali di mercato riguardanti l’economia cinese e dell’eurozona che in questo ultimo periodo stanno facendo segnare una fase di stallo e la richiesta globale è di conseguenza diminuita.

Oltre questo ci si è messa anche la International Energy Agency che ha subito provveduto a tagliare l’outlook sulla domanda dei barili.
Sul New York Mercantile Exchange le quotazioni di ogni singolo fusto relative al West Texas Intermediate sono di 92,70 dollari, il valore è calato di ulteriori 23 cent confermando il brent negativo che perdura da 15 mesi.

L’oro dal canto suo ha fatto registrare la quinta sessione in negativo e tutto questo a causa di due motivi principali, l’economia americana è in netta ripresa è questo rende i metalli preziosi considerati un bene di rifugio meno appetibili da parte degli investitori.

Il secondo motivo è dato dal rialzo del valore del dollaro a causa di molteplici speculazioni che stanno portando inesorabilmente la Federal Reserve a decidere di aumentare i tassi d’interesse.

I dati relativi al future sull’oro con scadenza a dicembre dicono che il metallo prezioso ha perso ulteriori tre dollari posizionandosi a 1.240 dollari l’oncia.

Anche l’argento, altro metallo prezioso non se la passa meglio visto che nell’ultima sessione ha perso ben tre punti percentuale.

Fonte www.miglioribrokersopzionibinarie.it

Probabile rivoluzione sulle leggi di gioco in tutta Europa

E’ prevista per il 26 settembre l’emissione della sentenza da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che potrebbe scombussolare tutta l’Europa.

Facciamo un passo indietro, la causa in principio è stata mossa dall’operatore danese Royal Scandinavian Casino Århus che ritiene una ingiustizia oltre che illegale il fatto che ci sia una differenza nei tassi di imposta applicati ai Casinò sul territorio in confronto ai siti online nello stato della Danimarca.

La cosa strana è che quelli ad avere una tassazione più alta sono gli operatori di Casinò live dello stato in confronto a quelli online stranieri.

Il governo ha motivato la cosa dicendo che gli operatori stranieri debbono essere motivati a chiedere una licenza di gioco nel paese.

Inizialmente la Commissione Europea aveva appoggiato questa tesi, cosa che ha costretto il Royal Scandinavian Casinò Århus a porre il problema all’attenzione della Corte di Giustizia Europea.

Il Casinò nella sua segnalazione sostiene che riguardo alla tassazione di gioco la legislazione danese ha violato il principio di proporzionalità dell’Unione Europea.

Se la Corte di Giustizia dovesse dare ragione al Casinò potrebbero verificarsi delle ripercussioni in altri due paesi che hanno legislazioni di gioco che sono ancora pendenti, Olanda e Portogallo, paesi che hanno proposto tassi di imposta differenti e che quindi sarebbero soggette ad eventuali ricorsi.